Riportiamo dal sito del ilsole24ore.com 10 risposte fornite dai responsabili dalle associazioni di categoria Domina e Assidatcolf in merito alle problematiche che possono sorgere nella gestione del rapporto di lavoro domestico nel periodo di coronavirus covid19.
- Le colf e badanti non conviventi devono restare a casa propria o possono continuare a lavorare dalla famiglia che le ha assunte?
L’attività di lavoro domestico può proseguire sia a ore sia a tempo pieno anche nel periodo di emergenza per coronavirus. «L’indicazione che stiamo dando alle famiglie – risponde Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina – è di sospendere l’attività, salvo casi eccezionali, come atto di responsabilità e per dare attuazione alle disposizioni introdotte dal Governo italiano». Ci sono famiglie che lo stanno facendo e continuano a retribuire la colf, altre che si accordano tra di loro per sospendere l’attività e recuperare le ore perse una volta finita l’emergenza.
- Se la colf vuole continuare a lavorare e la famiglia vuole sospendere come ci si regola?
Posto che la soluzione migliore sarebbe quella di trovare un accordo, possibilmente scritto, in cui si sospende l’attività con l’impegno di recuperare più avanti le ore perse, se la colf insiste per venire la famiglia potrebbe tentare la strada di ferie, visto che nel lavoro domestico non esiste il congedo ordinario. E se il lavoratore non ha ferie? Si possono anticipare, garantendo così una retribuzione al dipendente senza dover interrompere il rapporto di lavoro. In questo settore non esistono permessi per questo tipo di situazione se non quelli non retribuiti che permettono di non lavorare e non percepire la retribuzione, senza perdere il lavoro. «L’indicazione che diamo a tutte le famiglie che non hanno esigenze di assistenza indifferibili (quindi a cui possono rinunciare) – spiegano da Assindatcolf, altra associazione di datori di lavoro domestico – è quindi quella di considerare l’assenza da lavoro come periodo di ferie».
- È possibile licenziare?
«Vista la situazione attuale – risponde Gasparrini di Domina – si ritiene possibile il ricorso al licenziamento. Con l’interruzione del rapporto di lavoro la colf potrà percepire l’indennità di disoccupazione Naspi, ma deve trattarsi di un’estrema ratio».
In caso di licenziamento in generale bisogna rispettare i termini del preavviso che varia da 8 a 15 giorni in base all’anzianità. Tuttavia se ricorre la giusta causa di licenziamento il preavviso non si applica.
In caso di licenziamento al collaboratore domestico va pagata anche la liquidazione. Possibile anche anticipare quote del trattamento di fine rapporto, che permette di evitare il licenziamento.
- Se la badante che vive in casa vuole uscire posso impedirlo?
La risposta è negativa perché nessun privato può limitare la libertà altrui. «Se le abitudini della lavoratrice non sono in linea con le regole di buon senso odierne è possibile impedire il rientro – risponde Gasparrini – invitando la badante a mettersi in ferie». In Italia secondo le rilevazioni di Domina il 35% dei rapporti di lavoro domestico è con convivenza.
- Se la colf o baby sitter di sua spontanea iniziativa non viene più devo continuare a pagarla lo stesso?
Se la colf è regolarmente assunta e non può andare al lavoro a fronte del nuovo decreto può essere invitata a prender le ferie. Se il lavoratore si rifiuta può chiedere anche di godere di permessi non retribuiti.
- Posso fare uscire la colf per fare la spesa?
La risposta è affermativa. È opportuno che la colf porti con sè un’autocertificazione in cui dichiara il motivo dell’uscita e le generalità del datore di lavoro e abbia a cuore di usare tutte le precauzioni del caso.
- Ci sono ammortizzatori sociali per i lavoratori domestici?
No. Al momento questa categoria di lavoratori è esclusa dalla Cassa integrazione o da altri ammortizzatori sociali. I collaboratori domestici possono accedere al Fondo per il reddito di ultima istanza (articolo 44 del decreto legge 18/2020 che dovrebbe fornire misure di sostegno al reddito ai lavoratori che hanno cessato, ridotto o sospeso l’attività a casa dell’emergenza per il coronavirus.
- Le famiglie che continuano a pagare la colf che non lavora a causa dell’emergenza possono chiedere il rimborso? Al momento questa possibilità non è prevista. Lorenzo Gasparini segretario generale di Domina lancia però un appello. «Chiediamo al Governo di non escludere le famiglie datori di lavoro domestico dal rimborso delle retribuzioni dei lavoratori domestici che rimangono a casa senza poter venire a lavorare». «Stiamo chiedendo alle famiglie di non licenziare i lavoratori – prosegue Gasparrini – per evitare di lasciarli in una situazione di povertà assoluta in questo momento di emergenza nazionale. Tuttavia le famiglie datori di lavoro dovrebbero avere la stessa attenzione delle altre imprese».
- Il pagamento dei contributi è sospeso?
In base alle disposizioni del decreto legge Cura Italia, i pagamenti dei contributi previsti per i lavoratori domestici dovuti fino al 31 maggio, sono rinviati. I datori di lavoro potranno posticipare i versamenti al mese di giugno dei contributi per i quali l’Inps ha già inviato i bollettini da pagare entro il 10 aprile.
- Se ho un domestico irregolare come mi comporto?
«Ora più che mai è il momento di mettere in regola colf, badanti e baby sitter – rispondono da Assindatcolf -. Assumere con regolare contratto di lavoro dovrebbe essere la regola ma la realtà ci dice altro: la maggior parte dei lavoratori domestici sono, infatti, in una condizione di irregolarità. Ora, però, che per muoversi sul territorio nazionale serve un’autocertificazione la famiglia datrice che ha il domestico in ‘nero’ rischia molto. Un motivo in più per provvedere alla regolarizzazione del rapporto di lavoro».
ho letto: ci sentiremo più avanti; grazie e saluti: bepi binc
salve !sono una badante convivente con regolare contratto di lavoro. Puo il datore di lavoro negarmi le festività durante l emergenza covid19?
Buongiorno Donatella, se il rapporto di lavoro è stato sospeso a causa emergenza covid19 tramite un accordo condiviso allora durante questo periodo vi è una sospensione in cui non matura la retribuzione diretta e differita.
Viceversa se non vi è alcuna sospensione (ad es. solo ferie) il pagamento è dovuto nei termini ordinari, quindi anche le festività.
Buongiorno,posso dare il preavviso di licenziamento alla badante durante la sua assenza per il covid 19?